Studio Legale Valdinoci
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31-03-2022
L`ingerenza eccessiva della suocera può essere causa di separazione.
Separazione dal marito anche per colpa della suocera.
Accordata la separazione alla moglie, che ha dato 5 figli al marito, che però non la ricambia con l`affetto e la comprensione di cui ha bisogno e che in un episodio, anche se isolato, la picchia in presenza del primogenito. Una crisi aggravata anche dalla presenza costante e controllante della suocera, che si intromette nella gestione dei nipoti e che, da quanto rivelano tate e collaboratrici, fa sentire la nuora ospite della sua villa, concessa in comodato al figlio per mettere su famiglia. Una separazione che costa cara al coniuge, visto che se lo stesso ha avuto dei problemi economici, è solo per colpa sua. Queste in sintesi le conclusioni del Tribunale di Teramo contenute nella sentenza n. 1052 del 26 novembre 2021. Addebito della separazione al marito anaffettivo. Una donna si rivolge al Tribunale per chiedere la separazione con addebito al marito per violazione dei doveri coniugali di assistenza morale e per lesione della propria integrità fisica. Chiede altresì l`assegnazione della casa di proprietà della suocera, l`affidamento condiviso dei figli con collocazione prevalente presso di sé, un assegno mensile per i 5 figli di 8.000 euro complessivi e di 20.000 per il proprio mantenimento. La donna lamenta il disinteresse morale e sessuale del marito nei suoi confronti e dichiara di essere vittima di vessazioni da parte dello stesso, culminate nell`episodio del 2016, quando l`ha picchiata in presenza del figlio, intervenuto in sua difesa. Da sempre esclusa dalla vita lavorativa del marito e ostacolata nello svolgimento di una sua attività esterna all`ambiente domestico, la donna fa presente di avere sempre subito la presenza autoritaria e invadente della suocera, che l`ha sempre trattata come un ospite della sua villa. Il marito, costituitosi in giudizio, acconsente alla assegnazione della villa alla moglie fino alla scadenza del comodato concesso loro dalla sua famiglia di origine, ossia fino al 30 novembre 2017, il riconoscimento di un assegno mensile in favore dei figli di 1250 euro e di 750 euro per il mantenimento alla moglie, sostenendo che il tenore di vita goduto all`inizio del matrimonio è venuto meno a causa di debiti e problemi giudiziari. Il Presidente, sentiti i coniugi, assegna la casa alla moglie, dispone l`affidamento congiunto dei figli con collocazione presso la madre e pone a carico del marito l`obbligo di corrispondere l`importo mensile di 1500 euro per i figli e di ulteriori 1500 euro per la moglie. Sulla separazione pesa anche l`invadenza della suocera autoritaria. Il Tribunale, ritenendo fondata la domanda avanzata dalla moglie, pronuncia la separazione personale dei coniugi, addebitandola al marito in quanto "il grave episodio di violenza fisica è da solo sufficiente a fondare la responsabilità della crisi coniugale in capo al coniuge che ne è stato l`autore" come confermato dalla testimonianza del figlio, di anni 16 all`epoca dei fatti. Il Tribunale conferma inoltre la versione della donna in relazione alla lamentata ingerenza della suocera autoritaria nel menage familiare, confermata dalle testimonianze rese in giudizio dalle collaboratrici domestiche e dalle tate. Dichiarazioni da cui è emersa la volontà dell`anziana donna di gestire la vita e le abitudini anche alimentari dei nipoti, di esercitare un continuo controllo, anche telefonico, sugli stessi e di far pesare alla nuora di vivere nelle villa di sua proprietà. Dal punto di vista economico, dalle prove è emerso inoltre che il marito, oltre a svolgere una sua attività di impresa, è titolare di partecipazioni societarie in 13 società, mentre la moglie, di anni 47 è disoccupata. Dalla valutazione comparativa delle rispettive situazioni dei coniugi il Tribunale dispone quindi l`assegnazione della casa coniugale alla moglie, conferma il mantenimento di 5000 euro al mese per i figli, a cui sommare le spese straordinarie, a totale carico del padre. Alla moglie spetta invece un assegno mensile di 3000 euro, alla luce del suo stato di disoccupazione e della sua età (47 anni), a conferma di quanto deciso in sede di appello, dopo il reclamo della donna contro le decisioni del Presidente.